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Maria Ginanni (1891-1953)

Maria Ginanni, in: L'Italia Futurista 2:7 (1. Aprile 1917), p. 4.

Alla metà degli Anni Dieci, attirata dalla cerchia cerebralista intorno a Emilio Settimelli, Filippo Tommaso Marinetti e i fratelli Ginanni Corradini (Bruno Corra e Arnaldo Ginna) si trasferì a Firenze, dove, come redattrice e autore, avrebbe maggiormente influenzato il giornale „L’Italia Futurista” fin dalla fondazione nel 1916. Di fatto, quasi in ogni volume Maria Ginanni – come si avrebbe chiamato dopo il matrimonio con Arnaldo Ginna – prese la parola, sia con poesie, prose o riflessioni critici.

Degno di nota pare il fatto che la autrice lodatissima dai colleghi (Marinetti: “Prima scrittrice d´Italia”, „Il più formidabile genio che abbia l`Italia”) non si chiamò mai espressamente “futurista”, ma apparentemente aspirava sempre a tenere la propria indipendenza artistica.

Nel 1917 Ginanni divenne editrice della serie “Libri di valore” che esce nell’ambito di „L’Italia futurista” e che venne aperto con la pubblicazione della sua propria antologia die prose „Montagne trasparenti” .

Dopo la fine dell’Italia Futurista Ginanni è una dei cofondatori della rivista „Lo specchio dell’ora“, del quale usciranno però solo due volumi. Riprende la sua attività come redattrice presso  Facchi a Milano, dove nel 1919 esce il suo secondo volume di poesie „Il poema dello Spazio“.

Come la maggior parte dei suoi contemporanei Maria Crisi non percepì le esperienze spirituali come opposizione ma piuttosto come completamento rispetto alle scienze naturali.

Avenne così che, mentre studiava matematica a Roma, cominciò a frequentare anche i circoli spiritistici intorno a Annie Besant e la Società teosofica romana.

La prosa lirica di Maria Ginanni ruota intorno alla trascendenza sinestetica di mondi moderni (si guardi, per esempio, i titoli „Luci trasversali“, „Trasparenze“, „Novelle colorate“).

L’interiorizzazione e soggettivazione di osservazioni minuziose si scioglie in esperienze di limite, che infine possono essere considerate mezzi di autoriconoscenza. 

Negli anni Venti Maria Ginanni sposa Ludovico Toeplitz, con il quale pubblicherà due libri in comune, che però rappresentano un certo abbandono delle tendenze futuriste.

 

Letteratura citata:

Minciacchi, Cecilia Bello (ed.): Spirale di dolcezza + Serpe di Fascino. Scrittrici Futuriste Antologia, Napoli 2001, p. 87-128.

Nazzaro, Gian Battista: Maria Crisi, in: Ezio Godoli (ed.): Il dizionario del futurismo, Firenze 2002, p. 329-330.

 

 

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